
Realizzato da

Davide Calandra
1856 - 1915
Storia del monumento
INAUGURAZIONE: 1893
La storia del monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi inizia con la scomparsa del condottiero nel 1882, allorché il quotidiano “Il Presente” avviò una sottoscrizione per dedicargli una statua. Il 24 gennaio 1887, raccolta la somma necessaria, il Comune di Parma pubblicò il primo bando con le indicazioni per la realizzazione della statua che avrebbe dovuto essere realizzata in marmo bianco di Carrara, posta sopra un basamento del medesimo materiale o di granito rosso di Baveno, per un costo complessivo di 20.000 lire.
Il monumento doveva essere collocato nel Piazzale delle Piante, in prossimità del Teatro Reinach (oggi piazzale della Pace). I bozzetti che in quell’occasione furono realizzati, vennero esposti al Teatro Regio per 15 giorni. La statua scelta dall’Accademia, incaricata di valutare i bozzetti, non piacque al Municipio che preferì pubblicare un altro bando da cui uscì vincitore il progetto di Davide Calandra.
Il bozzetto si presentava piuttosto diverso rispetto all’attuale monumento. Garibaldi infatti si mostrava in piedi sopra uno sperone di roccia, appoggiato ad una spada ricurva. Tale scelta non fu giudicata idonea e si chiese a Calandra di togliere lo sperone di roccia. Inoltre si propose di realizzare l’opera in bronzo e quindi fu necessaria un’ulteriore sottoscrizione di fondi a causa dei costi maggiorati.
Calandra realizzò dunque un nuovo modello, nel quale Garibaldi appare a capo scoperto: ma anche questo non piacque alla Commissione artistica.
Lo scultore realizzò quindi un terzo modello in cui la figura del generale appariva più imponente. Finalmente il bozzetto fu approvato e si poté procedere alla fusione presso la Fonderia Sperati di Torino.
COLLOCAZIONE Nel frattempo il Comitato promotore aveva ottenuto che la statua fosse posizionata nell’attuale Piazza Garibaldi, considerata una collocazione più nobile rispetto a quella precedentemente individuata. La statua di Garibaldi prese il posto dell’Ara dell’Amicizia, monumento realizzato dall’architetto francese Ennemond Alexandre Petitot in occasione di una visita dell’imperatore d’Austria a Parma, che era stata abbattuta e rimossa nel 1859.
INAUGURAZIONE In occasione dell’inaugurazione del monumento a Giuseppe Garibaldi, che si tenne nel 1893, due illustri parmigiani, il professor Oreste Boni e il deputato Cornelio Guerci, composero un inno che venne suonato durante la parata che dal Parco Ducale giunse fino in Piazza Garibaldi.
Scheda a cura di Emanuela Chierchia e Giovanna Sagliano. Bibliografia: G. Gonizzi, La città e la Gloria I. Protagonisti, arte e storia dei monumenti di Parma, Parma, MUP, 2014
a cura di Paola Morgia e Daniele Napodano
Bibliografia
R.Belmondo, M.Lamberti, Davide Calandra. L’opera. La Gipsoteca, Savigliano, 2004
M. Campra, Tesori d’arte a Savigliano, Savigliano, 2008
A Parma, Emilia-Romagna
Giuseppe Garibaldi
1807 - 1882
GIUSEPPE GARIBALDI (1807- 1882)
Garibaldi fu uno degli eroi del Risorgimento italiano e dedicò la sua vita a lottare per l’unità e l’indipendenza dell’Italia.
Nato a Nizza nel 1807, si dedicò fin da giovane al mestiere di marinaio seguendo le orme del padre, capitano di un mercantile. Durante uno dei suoi viaggi entrò in contatto con le idee patriottiche e repubblicane di Mazzini e si iscrisse alla Giovine Italia. In seguito, prese parte a un moto rivoluzionario organizzato proprio da Mazzini che però non andò a buon fine e che gli costò una condanna a morte. Così, nel 1835, si rifugiò in Brasile dove restò per 12 anni.
SUD AMERICA In questo periodo Garibaldi partecipò a rivolte e insurrezioni in Brasile e in Uruguay, guadagnandosi la fama di grande combattente. La sua reputazione raggiunse anche l’Europa dove venne definito “l’eroe dei due mondi”. In America Latina incontrò Anita che, una volta lasciato il marito, diventò sua moglie e compagna di vita, condividendone gli ideali e le battaglie,
1° GUERRA DI INDIPENDENZA Nel 1848 Garibaldi tornò in Europa e partecipò alla prima guerra d’indipendenza italiana. Gli fu affidata la difesa di Roma, ma in seguito alla sconfitta contro l’esercito francese il valoroso condottiero, la cui fama ormai non aveva confini, fu costretto a fuggire dall’Italia.
2° GUERRA DI INDIPENDENZA Il secondo esilio durò fino al 1854; una volta rientrato prese definitivamente le distanze dal pensiero repubblicano di Mazzini. Per Garibaldi, infatti, la priorità erano l’indipendenza e l’unità italiana e proprio per questo decise di avvicinarsi alla monarchia guidata da Vittorio Emanuele II di Savoia.
Garibaldi riprese quindi i contatti con Cavour che gli affidò un importante ruolo nella seconda guerra d’indipendenza che il Regno di Sardegna intraprese contro l’Austria. La guerra si concluse con l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna ma per Garibaldi questo successo non bastava e criticò profondamente i Savoia per non aver portato avanti l’unificazione dell’intera penisola.
I MILLE Nel 1860 Garibaldi decise di sfruttare l’occasione di una rivolta scoppiata a Palermo e la notte tra il 5 e il 6 maggio partì da Quarto la spedizione dei Mille, senza l’approvazione ma con il tacito consenso della monarchia. La spedizione guidata da Garibaldi riportò un successo dopo l’altro: il 27 maggio Palermo cadde nelle sue mani, il 19 agosto attraversò lo stretto di Messina, poi marciò da vincitore attraverso la Calabria e arrivò infine a Napoli, dove entrò insieme a Vittorio Emanuele II il 7 novembre.
In quell’occasione consegnò nelle mani del re i risultati della sua spedizione, rifiutando la ricompensa che gli sarebbe spettata. Con la spedizione dei Mille, Garibaldi aveva compiuto il passo fondamentale per l’unità d’Italia, che venne realizzata nel 1861 e completata nel 1870 con l’annessione di Roma e dello Stato Pontificio.
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