
Realizzato da

Sergio Brizzolesi
Nascita: 1933
Storia del monumento
INAUGURAZIONE: 2018
Data di collocazione: Statua inaugurata il 24 marzo 2018.
Materiali: Bronzo.
Descrizione: L’opera, di quasi 400 chili, è stata concepita come scultura di strada, non quindi un monumento puramente commemorativo da guardare e ammirare, ma una scultura che diventi parte della vita della città e volano turistico: il più grande compositore al mondo rappresentato seduto su una panchina della città, di fianco al quale chiunque vorrebbe sedersi.
Note e contestualizzazione storica: La statua è stata realizzata in occasione del bicentenario della nascita del Maestro. Ideata da Brizzolesi e supervisionata dal prof. Marzio Dall’Acqua, l’opera è stata realizzata e collocata nell’ambito di Expo milanese 2015 e successivamente donata al Comune di Parma dall’associazione del comitato promotore per la Scultura Verdiana, formata dal presidente Davide Battistini, Edoardo Lovaglio e Claudio Caggiati, con il sostegno di Dallara Automobili, Matthews International, Azienda Agricola Farnese, Sinapsi Group e Parma OperArt.
A Parma, Emilia-Romagna
Giuseppe Verdi
1813 - 1901
GIUSEPPE VERDI (1813- 1901) Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nacque a Le Roncole di Busseto il 10 ottobre del 1813.
Fin dalla tenera età ricevette lezioni di organo dall'organista del paese, esercitandosi su una spinetta scordata regalatagli dal padre.
Nel 1832 si trasferì a Milano dove si presentò al Conservatorio, ma non venne ammesso a causa della posizione scorretta della mano nel suonare e per aver raggiunto i limiti di età. Poco dopo venne richiamato a Busseto per ricoprire l'incarico di maestro di musica del Comune.
Negli anni a seguire dimostrò la sua vena compositiva, già orientata verso il teatro d'opera. Esordì nel 1839 con Oberto, conte di San Bonifacio alla Scala di Milano, ottenendo un discreto successo. Tre anni dopo, sempre alla Scala, il suo Nabucco ebbe un esito più che positivo. La fama crescente lo portò a vivere, dal 1842 al 1848, i cosiddetti “anni di galera”, caratterizzati dal duro lavoro e da numerose richieste. Ricordiamo di questo periodo I Lombardi alla prima crociata, Ernani, I due Foscari, Macbeth, I masnadieri e Luisa Miller.
Nel 1848 si trasferì a Parigi insieme alla compagna Giuseppina Strepponi, soprano che collaborò con lui a Milano. Nei cinque anni successivi compose la celebre Trilogia popolare, il gruppo di tre opere (Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata), che ebbe un incredibile successo.
Una volta tornato in patria, alla sua vita da compositore si aggiunse anche l'impegno politico in favore del movimento risorgimentale: in seguito all'Unità d'Italia, infatti, Verdi venne eletto deputato del primo Parlamento italiano e, successivamente, nel 1874 venne nominato senatore. In questi anni compose La forza del destino, Aida e la Messa da Requiem, scritta in occasione della morte di Alessandro Manzoni.
All'invidiabile età di ottant'anni, esordì con l'opera buffa Falstaff per poi ritirarsi nella sua tenuta di Sant'Agata e dire addio al teatro.
Morì nel 1901 a Milano; i funerali si svolsero senza sfarzo né musica, semplici come la sua vita era sempre stata.
pt.2
GIUSEPPE VERDI (1813- 1901) Il nome di Giuseppe Verdi è noto nel mondo perché nella sua vita, dal 1813 al 1901, ha composto 27 opere liriche, un Requiem in ricordo di Alessandro Manzoni, ed altre composizioni minori.
L'ultima parte del '700 e l'800 rappresentano il periodo storico in cui la musica ha toccato vertici mai più raggiunti grazie ai compositori di varie nazioni, ma specialmente tedeschi (basta pensare a Mozart e Beethoven).
Gli italiani hanno sviluppato un genere di musica chiamata “melodramma” che, come spiega la parola, metteva in musica storie tragiche che i cantanti interpretavano. Tra i compositori di melodrammi, Verdi è sicuramente il più prolifico: su libretti di vari scrittori ha messo in musica 27 opere che da allora hanno calcato i teatri di tutto il mondo e dato lustro al genio italiano.
I principali teatri del mondo si sono contesi i migliori cantanti di opere liriche (tenori, baritoni, soprani, mezzosoprani): basti pensare a Caruso e Pavarotti, i vertici del bel canto, mentre in campo femminile ricordare Maria Callas e Renata Tebaldi è d'obbligo.
Pur avendo scritto musica drammatica il contenuto delle opere è romantico; vi si narrano amori infelici tragicamente finiti e questo afflato lirico permette interpretazioni di grande effetto che hanno raggiunto, così disse la critica, il vertice espressivo nelle tre opere verdiane composte attorno al 1850: Trovatore, Rigoletto e Traviata, tutte derivate da noti romanzi dell'epoca, specialmente francesi. Le romanze e i duetti che in esse Verdi mette in musica, sono tra i pezzi più noti e replicati dell'intero universo melodrammatico, e cantate addirittura per strada: forse per questo le tre opere sono state chiamate “trilogia popolare”.
Ma non da meno sono le ultime due opere il cui libretto è stato scritto da un grande poeta e musicista: Arrigo Boito che ha preso l'ispirazione da Shakespeare: Otello del 1887, tragedia della gelosia, e Falstaff del 1893, opera buffa con la quale il Maestro chiuse la sua esperienza musicale ritirandosi negli ultimi anni della sua vita nella villa di Sant'Agata a Busseto, paese che si trova nella così chiamata “bassa” parmense, la zona che costeggia il fiume Po.
Il nome di Verdi è anche legato al nostro Risorgimento, le musiche che celebravano la lotta all'invasore e l'amore per la patria furono prese come celebrazione dell'unità della nazione. Quando la gente cantava “Viva Verdi” significava: “Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia”. Non si sa, se per questo accostamento o per stima verso un musicista italiano, lo stesso Re nominò il Maestro Senatore del Regno nel 1874;
La vita di Verdi ha visto grandi tragedie: morirono sua moglie e i suoi due figli in tenera età e questo sicuramente influì sul suo carattere riservato e schietto e sulla sua ispirazione drammatica e poetica che per esprimere vita e sentimenti umani Giuseppe Verdi trasformò in musica.
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