Giuseppe Garibaldi | 1807 -1882

Comandante

Classe: 4°N , I.S.I.S.S. Giordani, A.S. 2017/18

Coordinato da: Maria Chiara Cavazzoni

Voce Marco Baliani

Dove mi trovo

Storia del personaggio

GIUSEPPE GARIBALDI (1807- 1882) Garibaldi fu uno degli eroi del Risorgimento italiano e dedicò la sua vita a lottare per l’unità e l’indipendenza dell’Italia.


Nato a Nizza nel 1807, si dedicò fin da giovane al mestiere di marinaio seguendo le orme del padre, capitano di un mercantile. Durante uno dei suoi viaggi entrò in contatto con le idee patriottiche e repubblicane di Mazzini e si iscrisse alla Giovine Italia. In seguito, prese parte a un moto rivoluzionario organizzato proprio da Mazzini che però non andò a buon fine e che gli costò una condanna a morte. Così, nel 1835, si rifugiò in Brasile dove restò per 12 anni.

SUD AMERICA In questo periodo Garibaldi partecipò a rivolte e insurrezioni in Brasile e in Uruguay, guadagnandosi la fama di grande combattente. La sua reputazione raggiunse anche l’Europa dove venne definito “l’eroe dei due mondi”. In America Latina incontrò Anita che, una volta lasciato il marito, diventò sua moglie e compagna di vita, condividendone gli ideali e le battaglie.

1° GUERRA DI INDIPENDENZA Nel 1848 Garibaldi tornò in Europa e partecipò alla prima guerra d’indipendenza italiana. Gli fu affidata la difesa di Roma, ma in seguito alla sconfitta contro l’esercito francese il valoroso condottiero, la cui fama ormai non aveva confini, fu costretto a fuggire dall’Italia.

2° GUERRA DI INDIPENDENZA Il secondo esilio durò fino al 1854; una volta rientrato prese definitivamente le distanze dal pensiero repubblicano di Mazzini. Per Garibaldi, infatti, la priorità erano l’indipendenza e l’unità italiana e proprio per questo decise di avvicinarsi alla monarchia guidata da Vittorio Emanuele II di Savoia.
Garibaldi riprese quindi i contatti con Cavour che gli affidò un importante ruolo nella seconda guerra d’indipendenza che il Regno di Sardegna intraprese contro l’Austria. La guerra si concluse con l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna ma per Garibaldi questo successo non bastava e criticò profondamente i Savoia per non aver portato avanti l’unificazione dell’intera penisola.

I MILLE Nel 1860 Garibaldi decise di sfruttare l’occasione di una rivolta scoppiata a Palermo e la notte tra il 5 e il 6 maggio partì da Quarto la spedizione dei Mille, senza l’approvazione ma con il tacito consenso della monarchia. La spedizione guidata da Garibaldi riportò un successo dopo l’altro: il 27 maggio Palermo cadde nelle sue mani, il 19 agosto attraversò lo stretto di Messina, poi marciò da vincitore attraverso la Calabria e arrivò infine a Napoli, dove entrò insieme a Vittorio Emanuele II il 7 novembre.
In quell’occasione consegnò nelle mani del re i risultati della sua spedizione, rifiutando la ricompensa che gli sarebbe spettata. Con la spedizione dei Mille, Garibaldi aveva compiuto il passo fondamentale per l’unità d’Italia, che venne realizzata nel 1861 e completata nel 1870 con l’annessione di Roma e dello Stato Pontificio.

Storia del monumento

INAUGURAZIONE monumento: 1893

STORIA La storia del monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi inizia con la scomparsa del condottiero nel 1882, allorché il quotidiano “Il Presente” avviò una sottoscrizione per dedicargli una statua. Il 24 gennaio 1887, raccolta la somma necessaria, il Comune di Parma pubblicò il primo bando con le indicazioni per la realizzazione della statua che avrebbe dovuto essere realizzata in marmo bianco di Carrara, posta sopra un basamento del medesimo materiale o di granito rosso di Baveno, per un costo complessivo di 20.000 lire.
Il monumento doveva essere collocato nel Piazzale delle Piante, in prossimità del Teatro Reinach (oggi piazzale della Pace). I bozzetti che in quell’occasione furono realizzati, vennero esposti al Teatro Regio per 15 giorni. La statua scelta dall’Accademia, incaricata di valutare i bozzetti, non piacque al Municipio che preferì pubblicare un altro bando da cui uscì vincitore il progetto di Davide Calandra.
Il bozzetto si presentava piuttosto diverso rispetto all’attuale monumento. Garibaldi infatti si mostrava in piedi sopra uno sperone di roccia, appoggiato ad una spada ricurva. Tale scelta non fu giudicata idonea e si chiese a Calandra di togliere lo sperone di roccia. Inoltre si propose di realizzare l’opera in bronzo e quindi fu necessaria un’ulteriore sottoscrizione di fondi a causa dei costi maggiorati.
Calandra realizzò dunque un nuovo modello, nel quale Garibaldi appare a capo scoperto: ma anche questo non piacque alla Commissione artistica.
Lo scultore realizzò quindi un terzo modello in cui la figura del generale appariva più imponente. Finalmente il bozzetto fu approvato e si poté procedere alla fusione presso la Fonderia Sperati di Torino.

COLLOCAZIONE Nel frattempo il Comitato promotore aveva ottenuto che la statua fosse posizionata nell’attuale Piazza Garibaldi, considerata una collocazione più nobile rispetto a quella precedentemente individuata. La statua di Garibaldi prese il posto dell’Ara dell’Amicizia, monumento realizzato dall’architetto francese Ennemond Alexandre Petitot in occasione di una visita dell’imperatore d’Austria a Parma, che era stata abbattuta e rimossa nel 1859.

INAUGURAZIONE In occasione dell’inaugurazione del monumento a Giuseppe Garibaldi, che si tenne nel 1893, due illustri parmigiani, il professor Oreste Boni e il deputato Cornelio Guerci, composero un inno che venne suonato durante la parata che dal Parco Ducale giunse fino in Piazza Garibaldi.

Scheda a cura di Emanuela Chierchia e Giovanna Sagliano. Bibliografia: G. Gonizzi, La città e la Gloria I. Protagonisti, arte e storia dei monumenti di Parma, Parma, MUP, 2014


DAVIDE CALANDRA
Davide Calandra nacque a Torino il 21 ottobre 1856 da un’agiata famiglia amante della cultura: il padre, infatti, era un avvocato e ingegnere con la passione per l’archeologia.
Calandra frequentò l'Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e nel 1875 si arruolò nel reggimento Savoia Cavalleria. Successivamente lavorò come archeologo al fianco del padre e del fratello, ottenendo anche un discreto successo come scultore.

Nel 1880 si presentò per la prima volta a un’esposizione pubblica a Torino, con un bozzetto in gesso intitolato Le veglie di Penelope che fu ben accolto dalla critica. La sua carriera ebbe così un repentino sviluppo e pubblici riconoscimenti. Nel 1885 Calandra vinse i concorsi per il Monumento di Foscolo a Firenze e per il Monumento di Garibaldi a Milano, mentre nel 1889 ottenne la commissione per il Monumento di Garibaldi a Parma.
La sua fama accrebbe con la realizzazione di altri monumenti, che contribuirono alla crescita unitaria del Paese, tra i quali il Monumento al principe Amedeo d’Aosta a Torino (1902) e il Monumento a Zanardelli a Brescia (1906).

Nel 1908 gli fu commissionato il rilievo bronzeo L’Apoteosi di casa Savoia, destinato alla nuova aula del Parlamento a Roma nel Palazzo di Montecitorio per celebrare, con una complessa composizione allegorica, la gloria della famiglia reale italiana. La sua ricca produzione artistica comprende, inoltre, le monete italiane da una e due lire coniate tra il 1908 e 1916 e le cinque lire coniate nel 1914.

Calandra morì l’8 settembre 1915 a Torino.
Nella città di Savigliano (Cuneo), alla quale lo scultore era particolarmente legato, si trova la Gipsoteca Davide Calandra. All’interno del locale Museo Civico è stato creato uno spazio apposito in cui sono custoditi importanti gessi realizzati dallo scultore in preparazione di alcune importanti sue opere. La raccolta nasce da una prima donazione dello stesso Calandra (1914-17) a cui fece seguito quella della figlia Elena, che nel 1973 inaugurò il Museo, e a cui si aggiunsero altri pezzi alla morte dell’ultimo erede.

a cura di Paola Morgia e Daniele Napodano

Bibliografia
R.Belmondo, M.Lamberti, Davide Calandra. L’opera. La Gipsoteca, Savigliano, 2004
M. Campra, Tesori d’arte a Savigliano, Savigliano, 2008

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