Vittoria

1° Guerra Mondiale

Classe: 3°A Arti Figurative, Liceo Paolo Toschi, A.S. 2017/18

Coordinato da: Nadia Paladini

Voce Laura Cleri

Dove mi trovo

Storia del personaggio

IL MITO La Vittoria Alata è la dea greca Nike, “colei che dà la vittoria” in guerra ma anche nelle competizioni pacifiche.

Essa compare come dea alata già in Omero, ma il primo a menzionarla fu Esiodo. Questa divinità ha un ruolo secondario nella mitologia e nel culto dei Greci, ma è importante nelle arti figurative e nella poesia. Figlia del titano Pallante e della ninfa Stige, aveva tre fratelli. Nella guerra contro i Titani Nike si alleò con Zeus, favorendone la vittoria.

ICONOGRAFIA Nell’arte antica compaiono spesso delle raffigurazioni di Nike. Spesso la dea alata a è associata ad Atena, alla quale somiglia. È raffigurata di frequente mentre si libra nell’aria, con il panneggio della sua veste che sottolinea il movimento del volo.
La Vittoria Alata viene rappresentata con il dono che essa porta al vincitore: ad esempio bende, rami, corone, e più tardi il ramo di palma, ma anche coppe per libagioni, incensiere o un canestro sacrificale. Nella pittura vascolare compare con una grande varietà di attributi e, talvolta, come auriga del carro di Zeus. Nell’arte musiva e sulle monete, invece, Nike è solitamente rappresentata recante la fronda di palma.

LA VITTORIA NEI SECOLI La statua greca raffigurante la dea alata più celebre è la Nike di Samotracia, di epoca ellenistica, che oggi è conservata al Louvre di Parigi. Anche nell’arte romana è però una figura ricorrente: infatti in età augustea a Roma si afferma il culto della Vittoria Augusta, che diventa una delle divinità e dei simboli del potere imperiale romano.
L’antica immagine della Nike/Vittoria è stata tramandata nei secoli quasi immutata. Nel periodo dei nazionalismi tra il XIX e il XX secolo, la Vittoria Alata è stata fortemente associata alle imprese belliche e ha acquisito una forte connotazione patriottica. È inoltre diventata una figura ricorrente nei monumenti celebrativi delle città di tutto il mondo, spesso collocata in posizioni di superiorità e dominanza, per esempio in cima a una colonna, come nel caso del monumento di Parma.

Storia del monumento

INAUGURAZIONE monumento : 1931

STORIA Il monumento raffigurante la Vittoria Alata e dedicato alla vittoria italiana nella Grande Guerra è situato tra Viale Toschi e Viale IV Novembre, vicino al palazzo della Pilotta e al torrente Parma. Il progetto venne realizzato nel 1917 dall’architetto parmigiano Lamberto Cusani, ma il monumento fu inaugurato solo nel 1931, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. La scultura bronzea è dello scultore palermitano Ettore Ximenes.
L’opera fu commissionata per due ragioni e in due momenti distinti: nel dicembre del 1915 il Comune stanziò 10.000 lire per costruire un monumento che doveva ricordare i soldati caduti. Nella primavera successiva invece la Scuola di Applicazione di Fanteria di Parma commissionò il monumento per celebrare la vittoria italiana, su disposizione del Ministero della Guerra. Inizialmente l’opera scultorea doveva essere posta presso il Palazzo Ducale, poi sul viale che conduce al Giardino Ducale; solo nel 1927 fu decisa la collocazione definitiva. Su Viale Toschi non erano ancora state costruiti gli edifici di servizio della stazione degli autobus e la statua alata sembrava alzarsi letteralmente in volo.
Nel 1941 la statua scampò alla fusione per scopi bellici perché Mussolini, in visita alla città, decise che venisse risparmiata. Nel 1989, quando fu costruito il parcheggio Toschi, il monumento fu smontato e restaurato, prima di tornare alla sua collocazione originale.

ETTORE XIMENES La scultura fu realizzata interamente da Ximenes e fusa utilizzando il bronzo delle armi nemiche nell’Arsenale Militare di Torino. Ximenes (1855-1926) nacque a Palermo e dopo gli studi a Palermo, Napoli e Parigi iniziò a produrre molte opere, come i monumenti a Giuseppe Garibaldi di Pesaro, Milano e Carpi e un gruppo scultoreo per il complesso del Vittoriano a Roma. A Parma lo scultore ha lasciato anche il monumento a Vittorio Bottego e quello a Giuseppe Verdi. Nel 1907 Parma gli concesse la cittadinanza onoraria.

DESCRIZIONE Il monumento è composto da un basamento dell’altezza di 8 metri, realizzato in marmo del Grappa dai militari e dai reduci della Scuola di Applicazione di Fanteria di Parma. Al disopra è posta una colonna con un capitello corinzio, ornata da una lunghissima spada bronzea e avvolta da un fregio vegetale. Alla sommità è posta la statua raffigurante la Vittoria Alata.
Sul lato rivolto a sud del basamento è inciso il Bollettino della Vittoria, mentre sulla parte posteriore si legge la dedica “alla Vittoria d’Italia” da parte degli ufficiali della Scuola di Fanteria. La colonna in cemento armato, rivestito di marmo di Verona, è alta 10 metri, mentre la scultura è di 4,50 metri e con il basamento il monumento raggiunge un’altezza di circa 24 metri.

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